In questo periodo storico fortemente caratterizzato da cambiamenti climatici, riscaldamento globale e sconvolgimenti a livello meteorologico dovremmo tutti cercare di essere più responsabili e sviluppare una coscienza ecologica per poter invertire la rotta prima che sia troppo tardi.
Sappiamo bene che la questione ecologica è molto ampia e complessa perché nel tempo si sono affermati e cresciuti esponenzialmente degli interessi economici giganteschi. Di pari passo, però, osservando le varie catastrofi ambientali che si stanno succedendo nel tempo e le ripercussioni che hanno alcune sostanze sulla propria salute, è cresciuta una sensibilità, un interesse e un’attenzione sempre più diffusa volta a prendersi cura del proprio corpo e dell’ambiente circostante .
Soffermandoci nel campo alimentare, bisogna cercare di acquistare cibi prodotti in modo sano, genuino, biologico. Ci sono sempre più produttori che si stanno orientando verso una produzione responsabile e sostenibile. Facciamo spesa con borse ecologiche e biodegradabili. Ricicliamo e riutilizziamo il più possibile. Queste sono solo alcune tra le cose che possiamo fare nel quotidiano. I nostri figli ce ne saranno grati.
Il concetto di sostenibilità, di “green”, di rispetto della natura, della terra e degli stessi esseri umani, stanno diventando sempre più diffusi anche nel mondo dell’agricoltura.
Molti hanno familiarità con il concetto di agricoltura biologica, ma tanti non conoscono o ignorano del tutto in cosa esattamente consista il “movimento biodinamico”. Molti agricoltori sembra abbiano preso coscienza di quanto esposto in precedenza ed abbiano deciso di metterlo in pratica.
Cerchiamo in questo articolo di chiarire alcuni aspetti dell’agricoltura biodinamica, soprattutto nel campo che a noi interessa maggiormente: quello del vino e della viticoltura.
COS’È IL VINO BIODINAMICO?
La definizione ufficiale di agricoltura biodinamica secondo la Biodynamic Farming and Gardening Association è “un approccio etico-spirituale-ecologico all’agricoltura, agli orti, alla produzione alimentare ed alla nutrizione“.
Il vino biodinamico è prodotto con una serie di pratiche agricole biodinamiche che vedono l’azienda agricola o il vigneto come un unico organismo solido.
L’ecosistema funziona come un tutto. Ogni porzione dell’azienda agricola o del vigneto contribuisce alla crescita, allo sviluppo o alla produzione di quella successiva. L’idea è creare un sistema autosufficiente.
Per sostenere il vigneto vengono utilizzate esclusivamente materie ed elementi naturali, terreno e compost.
I fertilizzanti chimici e i pesticidi sono vietati per motivi di fertilità del suolo e per la salute di chi poi consumerà il vino.
Diversi animali, come anatre, cavalli o pecore, vivono sul suolo e lo fertilizzano naturalmente, creando un ambiente ricco e prolifico in cui crescono le viti dalle quali viene poi prodotto il vino che potrà essere definito biodinamico.
L’agricoltura biodinamica cerca e crede nella sostenibilità, perché la terra venga lasciata in una condizione migliore per le generazioni future.
Alcune delle pratiche sulle quali si fonda, in generale, l’agricoltura biodinamica sono scientificamente provate. Tra queste, sicuramente, le pratiche organiche. Nonostante il termine “biodinamico” abbia un suono che potremmo definire “scientifico”, alcune delle pratiche sulle quali si fonda l’agricoltura biodinamica sono difficili da dimostrare scientificamente, ma non per questo si può mettere in dubbio la loro validità.
Oggi, dopo anni di studi ed analisi dedicate all’agricoltura biodinamica, possiamo sicuramente asserire che l’applicazione dei principi dell’agricoltura biodinamica ha avuto un impatto straordinario sulla resa della produzione, sulla qualità del suolo e sulla biodiversità dell’ambiente ove essa viene utilizzata.
È stato, inoltre, riscontrato che i preparati biodinamici provocano un “impatto ambientale positivo in termini di utilizzo ed efficienza energetica“.
QUANDO È INIZIATA L’AGRICOLTURA BIODINAMICA ?
Il filosofo austriaco Rudolf Steiner ha dato vita a questa idea di agricoltura all’inizio degli anni ’20 del secolo scorso. Anticipando di gran lunga il movimento definito “biologico”.
Questo filosofo e riformatore sociale dell’inizio del XX secolo promulgò anche l’uso di pratiche agricole basate sul calendario lunare e influenze astrologiche, che, ancora oggi, vengono considerati tra gli aspetti più controversi dell’agricoltura biodinamica.
Steiner credeva nella vita e nel connubio Agricoltura – Pianeta Terra ed ai suoi movimenti, invece di utilizzare un approccio puramente scientifico.
Lo studio della luna e le sue fasi ricade negli aspetti dell’agricoltura biodinamica che risultano più difficili da dimostrare scientificamente.
COME SI FA IL VINO BIODINAMICO?
Il vino biodinamico si ottiene coltivando tutti i componenti del vigneto come un’unica entità. Eliminando l’uso di prodotti chimici e utilizzando materiali naturali e compost.
Seguendo questi principi si raggiungono delle espressioni di maturità delle uve, più o meno marcate a seconda della mineralità del terreno sul quale sono piantati i vigneti. Del clima dell’annata di produzione e della tipologia di pianta.
L’osservazione del c.d. calendario biodinamico è un’altro aspetto fondamentale e fortemente qualificante del processo alla base dell’agricoltura e della viticoltura biodinamica.
Le pratiche agricole connesse alla viticoltura che vanno, dalla potatura alla raccolta, sono controllate dal calendario biodinamico secondo il quale tutti i compiti associati all’agricoltura sono suddivisi in quattro tipi di giorni: giorni della radice, giorni del fiore, giorni della frutta e giorni delle foglie.
Ognuno di questi giorni ha determinati compiti ad esso associati che riflettono i quattro elementi classici della Terra: i giorni della frutta sono pensati per la raccolta, i giorni delle foglie per l’irrigazione, i giorni delle radici per la potatura.
Nei giorni del fiore, la vigna viene lasciata a riposo.
L’uva, così coltivata, ha un’espressione più forte e marcata nella sua complessità. Gli aromi e gli zuccheri sono più completi e profondi. Le uve, a livello energetico (concetto molto caro in agricoltura biodinamica) hanno una valenza maggiore. Ed il tutto non è di certo il risultato solo ed esclusivo della composizione chimica, ma dell’intero procedimento di produzione.
I vini biodinamici non sono fermentati con l’aggiunta di lieviti esterni, ma solo ed esclusivamente grazie alla presenza dei lieviti già presenti nelle uve che provengono dalla vigna.
Il calendario lunare viene seguito oltre che nella coltivazione delle piante anche in cantina sia per i travasi che per l’imbottigliamento.
COME VIENE USATO IL CORNO DI MUCCA IN VIGNA ?
L’agricoltura biodinamica richiede specifici composti e preparazioni sul campo. Uno di questi è noto come Letame del Corno di Mucca o Preparazione 500. Da molti abbreviato in “corno letame”.
È il preparato principale della viticoltura biodinamica. È stato elaborato da Rudolf Steiner stesso e stimola ed armonizza i processi di formazione dell’humus nel suolo.
Gli elementi di partenza sono costituiti da letame freschissimo senza alcuna lettiera o fibra esterna e da corna di vacca che abbia figliato almeno una volta. Questi elementi vengono sottoposti a processi naturali lunghi una stagione invernale.
Tra la fine del mese di settembre e quella del mese di ottobre il letame freschissimo viene messo all’interno delle corna; queste vengono poi sotterrate in un luogo adatto. Intorno al periodo pasquale vengono dissotterrate.
Il letame posto internamente alle corna è completamente trasformato in humus inodore, scuro, colloidale: un vero e proprio esempio di humus allo stato puro.
Tutto il preparato derivante dalla raccolta delle corna a primavera viene conservato in contenitori costruiti appositamente che consentano la traspirazione e che nello stesso tempo lo proteggano dall’esterno.
Una volta creato il giusto ambiente di conservazione si procede alla distribuzione del preparato sul suolo agricolo. La sua distribuzione avviene dopo aver effettuato la fondamentale operazione di miscelazione e dinamizzazione con acqua tiepida di sorgente, pozzo o piovana. Le quantità di preparato usate per un ettaro di terra, non è molta: va da 100 grammi a 300 grammi, a seconda della qualità del preparato e dello stato dei processi “humici” del suolo.
L’operazione di dinamizzazione e distribuzione deve avvenire in concomitanza di: lavorazioni del terreno, concimazioni, trapianti, semine, piantagioni ecc. Secondo modalità diverse a seconda dei casi. Questa operazione viene effettuata più volte l’anno.
Altre preparazioni di compostaggio, molto usate in agricoltura biodinamica, includono achillea, camomilla ed ortiche. Tutte sostanze che sono ritenute molto energizzanti per il terreno.
VINO BIODINAMICO E VINO BIOLOGICO
La principale differenza tra queste due tipologie di vini viene data, sicuramente, dalla tipologia di agricoltura e coltivazione che è alla base della loro produzione.
Mentre, infatti, l’agricoltura biologica è una tecnica certificata e regolamentata dalla normativa europea, quella biodinamica, come visto in precedenza, nasce dalla visione spirituale di Rudolf Stern negli anni ‘20 dello scorso secolo e non è mai stata regolamentata da alcun ente governativo nazionale o transnazionale.
L’unica forma di certificazione alla base dell’agricoltura biodinamica è, oggi, quella regolata dall’associazione denominata Demeter, che rilascia un certificato a determinati prodotti ottenuti seguendo le sue linee guida. I prodotti certificati in tal senso devono, tra l’altro, anche essere certificati come biologici.
Ulteriori differenze tra l’agricoltura biologica e quella biodinamica sono i seguenti.
Il biologico rispetta i cicli naturali e riduce al minimo l’impatto sull’ambiente circostante. Le colture sono ruotate così che il terreno diventi più fertile grazie all’alternanza; pesticidi, fertilizzanti sintetici, antibiotici e prodotti chimici in generale sono vietati o fortemente limitati; divieto assoluto di usare organismi geneticamente modificati (OGM); viene favorito l’uso delle risorse in loco; vengono coltivate specie vegetali adatte al determinato ambiente di produzione.
L’agricoltura biodinamica, invece, ha come scopo principale quello di garantire la sopravvivenza reciproca e la salvaguardia della natura che ci circonda. Prende in considerazione molti dei fattori del processo agricolo che porta alla produzione del vino. L’intera linfa vitale di un vigneto – piante, insetti, animali – e non solo l’uva. Grande importanza, come già argomentato, viene data alla biodiversità ed alla rotazione delle colture; alla osservazione delle fasi lunari e dei cicli planetari al momento della semina e della coltivazione; utilizzo di “compost” autoprodotti per la concimazione e divieto di utilizzo di prodotti chimici.
ATTUALE PRODUZIONE DI VINO BIODINAMICO
Ci sono oltre 700 produttori di vino biodinamico nel mondo. Sono circa 180 mila gli ettari lavorati da aziende certificate Demeter, con un movimento globale in continua crescita.
L’agricoltura biodinamica è aumentata, specialmente negli ultimi anni, sia nei paesi occidentali che in Asia o in America Latina.
In Italia sono attualmente presenti diverse aziende agricole certificate. La presenza più alta di tali aziende si registra in Toscana, in Puglia ed in Trentino–Alto–Adige.
IL SAPORE DEL VINO BIODINAMICO È DIFFERENTE ?
Il vino biodinamico è un vino dal sapore molto deciso e dal colore molto forte. In genere, dicono gli esperti, questo vino offre un’esperienza gustativa molto profonda, facendo leva sulla parte emozionale della persona. Com’è stato già detto, la fermentazione di questo tipo di vino non prevede l’aggiunta di lieviti esterni al fine di renderlo naturale al 100%. Grazie a tutto ciò è possibile affermare che il vino biodinamico, da un punto di vista alimentare, è estremamente più ricco di quello classico. Ma la questione cruciale sta nella creazione di un legame con la natura. Con questo vino non si vuole solo bere ma ritrovare un vero e proprio contatto con la natura e i suoi frutti. Un prodotto materiale che si accompagna ad una forte variante emozionale e di credo. Gustare un vino biodinamico, per chi ne è convinto, diventa un’esperienza extrasensoriale.
LE NOSTRE PROPOSTE
Chiudiamo questo articolo con una selezione di vini biodinamici dalle aziende presenti su Etico+Bio.
Tra i bianchi troviamo:
- il Platone della Tenuta Filippi, un vino ottenuto da uve bellone in purezza, un vitigno a bacca bianca presente quasi esclusivamente nel basso Lazio e conosciuto già ai tempi di Plinio, che lo descrive come tutto “sugo e mosto”
- La Malvasia Puntinata e l’Alborea dell’azienda Casale della Certosa, da uve di malvasia puntinata in purezza il primo, blend di malvasia e grechetto il secondo. Entrambi vini ideali per preparazioni a base di pesce e formaggi freschi.
Tra i rossi segnaliamo:
- l’Enea della Tenuta Filippi, composto da uve di Nero Buono di Cori in purezza. Questo vitigno è coltivato quasi esclusivamente nel territorio dell’omonimo comune, il provincia di Latina, perciò l’Enea può essere considerato un vino molto raro.
- Il Luperco dell’azienda Casale della Certosa, prodotto di punta della cantina, composto da uve di Montepulciano al cento per cento. Siamo di fronte ad un vino di carattere, corposo e strutturato, che ben si adatta a ragù, arrosti, grigliate e formaggi stagionati.
- Dall’azienda Poggio Trevvalle, da poco selezionata fra quelle presenti nel nostro portale, il Morellino di Scansano DOCG in due versioni,: il Pàssera e il Lacrille: di annata 2019 il primo, riserva del 2015 il secondo. Entrambi da uve vendemmiate a mano e affinati in vasche di cemento.
Non vi resta che provarne qualcuno: per ritrovarvi così a bere vini autentici, sani e genuini.