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L’Agricoltura Biologica è il sistema di produzione che, da un lato, punta ad offrire al consumatore prodotti genuini, privi di sostanze chimiche e con un elevato “valore etico-sociale”; dall’altro cerca di ridurre il più possibile l’impatto ambientale dell’attività stessa, facendo sì che ogni fazzoletto di terra venga utilizzato nel rispetto dei suoi cicli naturali ed in modo eco-sostenibile.
Il vino biologico è un prodotto che deriva da un metodo di coltivazione con regole ben precise, stabilite dal Reg. CE 834/07, che esclude l’uso di antiparassitari o concimi chimici di sintesi. Per la fertilizzazione dei terreni, ad esempio, vengono impiegati concimi organici e per la difesa delle coltivazioni da parassiti si agisce preventivamente rinforzando le piante (ad esempio con concimazioni equilibrate), in modo diretto con trattamenti antiparassitari di origine naturale (es. rame, zolfo, estratti di piante, ecc.) o impiegando la lotta biologica (uso di organismi viventi antagonisti dei parassiti).
La viticoltura biologica prevede:
1. il divieto di utilizzare prodotti chimici sintetici per la coltivazione delle vigne;
2. l’incompatibilità con l’utilizzo di OGM
3. un periodo di “conversione” di almeno tre anni per quel viticoltore che voglia passare dall’agricoltura convvenzionale a quella biologica. In tal caso, nel frattempo, il produttore non può apporre il logo comunitario, né utilizzare la menzione apposita, ma può scrivere “vino con uve in conversione da agricoltura biologica”.
4. è proibito l’uso di diserbanti chimici.
Mentre il metodo convenzionale è orientato a produrre vini standardizzati, spesso studiati a tavolino per incontrare i gusti di un certo target di consumatori, il biologico si colloca esattamente all’estremo opposto.
Il metodo biologico, in vigna come in cantina, è realmente un esercizio di maestria.
È impiegato da quanti desiderano esprimere il “proprio stile di fare il vino”, pur nell’ambito della tradizione di una certa zona di produzione.
Chi fa vino biologico cerca nelle caratteristiche peculiari del territorio (inteso proprio come singolo vigneto), nelle condizioni climatiche di ciascuna annata e nella sua sapienza, gli elementi base per fare “il suo vino”.
Vinificazione
Per quanto riguarda la vinificazione per i vini rossi è ammessa una concentrazione di anidride solforosa (o bisolfito di potassio) inferiore o pari a 100 mg/l mentre per i bianchi e i rosati la concentrazione può arrivare a 150 mg/l. Per il processo di vinificazione, non è possibile utilizzare sostanze chimiche le quali possono essere sostituite da altre, di derivazione naturale (proteine estratte da legumi o frumento, colla di pesce, gelatina, albumina e tannini).
In alcuni casi le aziende si impegnano a non utilizzare neanche quei pochi prodotti consentiti dal disciplinare biologico, per esempio non aggiungendo anidride solforosa in nessuna fase della vinificazione, producendo di fatto un vino biologico senza solfiti aggiunti, dando un valore aggiunto al prodotto.